Parole in libertà

Le mie Poesie

Se ti va lascia qui la tua parola in libertà.


Dietro gli scogli di San Pietro

Protagonista il fuoco

Il tempo delle cose

Sentiero d'amore

S'è spenta

24 ottobre 2002

Senza parole

Non era estate

Primitiva passione
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DIETRO GLI SCOGLI DI SAN PIETRO 1° Premio concorso letterario Portovenere nel 2000

Una puntura di sale sulla pelle,
e poi ancora, sulle braccia e le gambe
gli schiaffi e le carezze del vento,
sul viso, le spalle, le gambe
i baci malinconici di luci tremule
dal mare.
...Pescherecci...
Con i piedi appoggiati sui denti di pietre nere,
i gomiti puntati a leggìo
per posare la testa vagante,
e gli occhi che esplorano le schiume del mare...,
cerco immagini passate
negli archivi della memoria,
per assaporare la mia solitudine.
Quanto diversa quella d'ora,
quanto più dolce l'avverto sulla
punta della lingua, mentre siedo
sopra il mare.
Allora,
avrei sentito solo l'acredine del sale,
di lacrime e mare.
Oggi, a volte, sono come
quel gabbiano laggiù,
su quella punta di scoglio, dietro la Chiesa di S.Pietro,
mi tuffo nell'acqua, e poi riemergo,
bagnata e sola, scuoto le mie ali,
mi asciugo,
e ancora mi immergo.
Sotto una luna tonda di mezzanotte estiva,
nella magia di una Portovenere
notturna e vuota,
so di essere libera
di ricominciare.
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Il tempo delle cose

Non più sogni.
Non ancora ricordi
o rimpianti,
il metronomo del giorno
intorpidisce e lascia poco spazio
a liberi pensieri.
La sera, di sua natura feconda,
muore sotto palpebre stanche,
già preparate per domani.
I numeri di casa non
fanno poesia.
Ed incastrando impegni
e conti tra i minuti,
ad uno ad uno perdo i canti
di una vita che scorre,
fino a non ricordarli
più.
Ma quando l'ansia del vivere
sarà placata e l'argento sovrasterà
gli antichi ori, il suono dolce di un verso
credo, tornerà a percorrere le mie strade,
dritto, dal cuore fino alla mano.
Senza passare per le odierne
contorte
barriere mentali.
Oggi, chissà,
c'è un corto circuito.
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PROTAGONISTA IL FUOCO  1° Premio La Rocca Città di San Miniato 1998

Resto io con i miei specchi
per riempire la casa di gente.
Resto io perchè non ho ancora scoperto la via
per lasciarmi e seguire chi sempre se ne va.
La luce dell'alba uguale al  tramonto,
perdo l'inizio, non so più se è fine.
E nei riflessi rossi di 'stasera,
tanto più tristi di quelli di ieri,
proietto il mio film, protagonista il fuoco.
Il fuoco che scalda e fonde e salda,
che è salvezza e luce, e sicurezza.
Il fuoco compagnia, con la sua musica di schiocchi
e crepitii, col suo odore magico che
ti abbraccia. Che solo domani sarà
semplice "puzza di fumo".
Il fuoco di un camino in una casa vera,... bello...
La luce del giorno va già per la sua strada
e mi abbandona, quasi freddo,
ma sullo sfondo di monti e tetti in lontanza,
il mio film continua, ed il protagonista è sempre lui.
Lui che consuma e trasforma e brucia,
che è passione e paura, e cicatrici.
Lui che ti isola con le sue
lingue di morte, che ti asfissia
lui che ti prende e ti trascina
nel vento con la cenere di mille altri ricordi,
ti stringe in una morsa solo per poco piacevole ,
e ti divora. E si spegne su di te.
Lasciandoti dispersa. Come polvere.

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Sentiero d'amore 1997    per Francesco che ancora sopporto e mi sopporta...

Sentiero di montagna,
con indicazione scarne ed essenziali,
mistero ad ogni svolta e sempre fatica,
con le tue salite ripide e dure,
dove, se sbaglio a mettere il piede,
in un attimo breve, torno daccapo;
coi tuoi rami intrecciati e stretti
dove anche un ragno s'arrovella,

non mi spaventi.
Piuttosto sazi quel mio bisogno
di sentire l'odore di terra,
il suo fermento stuzzicare le nari,
con un misto d'acre,
di foglie morte accasciate in pozze,
di dolciastro di resine e bacche.

Non mi spaventi
e, anzi, riempi quel mio bisogno
di vedere montagne d'aghi di pino
nascondere rocce acuminate
e animali dìogni sorta
diventare invece nella sera
morbido cuscino su cui riposare.

E se la fatica a volte  mi strema
io non mi voglioo fermare,
troppo gioia mi si riversa in cuore
mentre procedo e la vetta è vicina.
E scopro piano che
il mio sentiero sei tu.
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S'E' SPENTA   premiata 2° posto la rocca di San Miniato 1996

Fuoco nel bosco
il bosco ha bruciato,
foglie nuove o gialle -
tutto grigio, nero,
silenzio, ora la fiamma
non c'è, tutto bruciato
s'è spenta
- silenzio - montagne
di cenere su vecchie radici morte
e tronchi dentro vuoti-
emanano odore di nulla-
tra gli sterpi che si
erano accesi, tra i rami
rotti caduti giù
- erano rumori e crepitii
e colori -
silenzio, grigio, nero,
tutto bruciato
la fiamma si è spenta.
fossili di vita le impronte
di bestie fuggite
le impronte di bestie
restate come
i tronchi dentro vuoti
- emanano il puzzo del nulla -
legati alla terra
per forza
per amore
che per sempre sulle radici
non possono altro -
ed ora silenzio.
grigio. nero.
tutto bruciato
la fiamma s'è spenta.
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24 ottobre 2002 2° Premio a La Rocca Città di S. Miniato 2009 - xvii premio letterario internazionale

E fu tempesta. Di grandine,
di fulmini, di venti potenti
che scioglievano vele assicurate.
E fu tempesta. Di pioggia,
di onde, di marosi cavi come bocche
spalancate ad inghiottire e sputare.
Via.
Dentro vortici inattesi e
più affamati, turbini verso il buio.
Aiuto. Impotenza.
Aiuto. Paura.
Aiuto. Voce infinita.
Poi nell'urlo più straziante,
arriva l'abbraccio morbido di
un ricordo non mio,
di tempeste altre mai vissute,
mille e mille volte vissute.
Una forza dal passato che mi inonda,
e placa la paura.
Seguo la mia tempesta,
ne ascolto i tuoni, non mi oppongo più.
Ora silenzio.
Ora quiete.
Ora, la sento.
Il suo primo pianto.

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SENZA PAROLE

Seduta tra i miei pensieri,
ascolto parole che userei
per descriverti le cose che sono.
Per spiegarti gli astratti quadri
del mio passato,
o le proiezioni vaghe dei miei
"vorrei".
Ascolto parole che direi
per guidarti al mio fiume
limpido e curioso,
tra sassi tondi, erbe e pesci,
tra filari di pomodori profumati
dove, fermata da ragni paurosi,
non sono passata mai.
Ascolto parole che bisbiglierei
per trascinarti sensi e fantasie
sul viola dei glicine
che tanto odiavo e conoscevo
intorno casa,
per svelarti l'amore
per l'eterno di quella Chiesa
che nasce, muore, dal mare, nel mare.
Ascolto parole che userei
per condurti ai segreti di
grotte di gnomi scovate da bambina,
fino ad accompagnarti qui.
A sedere con me,
a vivere il verde di un'alba nuova,
di occhi sospesi nella luce del mattino,
di un silenzio così pieno,
da non dover usare parole.
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NON ERA ESTATE

Salto di un grillo
svegliato dal calore
d'un ceppo arroventato,
dalle mani del fuoco.

Ma non è estate.
Chissà se lo sa...

Pezzi di immagini
viste solo su palpebre
assonnate, restano
leggeri, nell'aria polverosa e muta
di casa mia.
Dove torno.
Dopo aver assaggiato
sapori proibiti
di un futuro che
non è ancora vicino.

Come il salto d'un grillo.
Svegliata dal calore
d'un camino e di ceneri accese.

Ma non era estate...

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PRIMITIVA PASSIONE (Lerici 1999)

Alberi al vento,
in oscillazione perpetua,
scandiscono con onde e maree
i tempi di questa notte.
Vele che in estate svanirebbero lontane
ora sguarnite come piante secche.
Ed io passeggio al profumo del mare,
lungo il paese che dorme, fino alle spiagge.
Non è festa alcuna, mestizia regna,
solo la frescura di primavera mi sorprende,
e quell'ombra sicura, là di lato,
che rompe di tanto il riflesso lunare.
Paese o gatto sornione, avvoltolato
su se stesso, bene al caldo,
centro del mondo.
In barba ai turisti, con l'aria costante
di luogo raccolto e familiare.
Ma qui dalla Venere,
la spiaggia guarda lontano;
i miei occhi, 'sta sera con lei.
non sento freddo, ho voglia di mare io,
dell'onda che colpisce la pelle;
non voglio le scarpe della ragione.
La sabbia come pavimento di casa.
Poi nel silenzio, pazzia mi prende,
in un attimo tolgo i pensieri,
e mi ritrovo a piedi nudi, nuova,
a saltare tra piccoli flutti gelati.
Freddo. Sì, ma vitale.
In barba ai turisti, con l'aria di casa,
tra alture e fondali,
primitiva passione.

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